STORIA DEL MIRACOLO ITALIANO by Guido Crainz

STORIA DEL MIRACOLO ITALIANO by Guido Crainz

autore:Guido Crainz
La lingua: ita
Format: epub
editore: DONZELLI EDITORE
pubblicato: 2016-10-10T16:00:00+00:00


La febbre delle feste si intitola questo articolo di Bianciardi che compare sull’«Avanti!» del gennaio 1960, ma in quell’anno vi è – annota «Il Giorno» – Boom natalizio in tutto il mondo13. Sono articoli che vanno letti assieme, scorrendo anche il modesto menù di Natale consigliato solo quattro anni prima, nel 1956, da questo stesso giornale: brodo con dadini tre colori, galantina di pollo, tacchino arrosto, panettone14. E leggendo anche un titolo delle vacanze di Natale del 1957, titolo impensabile (culturalmente prima ancora che materialmente) pochissimo tempo prima: Meno frivolezze a Roma quest’anno. Regali utili: elettrodomestici e alimentari15.

Nella prosa «agra» di Bianciardi sono tratteggiati alcuni fra gli aspetti più poverelli del «miracolo», ma consideriamo ora la motorizzazione, ove l’indice di crescita dei consumi è – come s’è visto – elevatissimo e ove intervengono più che altrove le spinte impresse dalle industrie produttrici e dalla politica governativa. Le tappe «classiche» sono la comparsa della Seicento nel 1955 e della Cinquecento nel 1957, ma non va sottovalutata un’altra svolta, di tre anni dopo: è determinata anch’essa da una scelta delle aziende produttrici, che ribassano il costo delle medie cilindrate per superare una fase dominata dalle autovetture più piccole. Il prezzo della 1100 Fiat è portato a meno di 900 000 lire, e l’Alfa risponde con abbassamenti di prezzi che riguardano anche le più costose «Giuliette». Al salone internazionale dell’auto di Torino del 1960, annota «Il Giorno», «la gente ha circondato i vari tipi di “Giulietta”, le 2000 e le Dauphine guardandole come macchine nuove. E in realtà sono macchine nuove, se si guarda al prezzo»16. Poco dopo lo stesso quotidiano segnala che fra il 1959 e il 1960 la produzione italiana di automobili sotto i 650 cmc scende dal 60 al 46%, con un analogo aumento della fascia immediatamente superiore (fino a 1200 cmc)17. Sulle strade italiane le automobili passano dalle 700 000 del 1954 ai quasi cinque milioni di dieci anni dopo. Il sorpasso (1962), di Dino Risi, è un film-simbolo dell’epoca e ci suggerisce uno sguardo alle statistiche. In quel 1962 i morti sulle strade italiane sono poco meno di 10 000: sono cioè molti di più che negli anni cinquanta, ovviamente, ma molti di più, anche, che negli anni ottanta (8500 nel 1980, 7200 circa nel 1985)18. Le vetture in circolazione erano 3 milioni nel 1962, quasi 18 milioni nel 1980, 21 milioni nel 1985: il carattere «selvaggio» della prima motorizzazione italiana ci è suggerito a sufficienza, mi sembra, da questi dati, ma val la pena di non fermarsi ad essi.

Si guardi, ad esempio, all’universo giovanile che in questi anni si definisce. «L’automobile, la motocicletta, la velocità – ha osservato Simonetta Piccone Stella – si sono prestati come interpreti meccanici ma esaltanti ad un’energia vitale che senza di loro non avrebbe potuto esprimersi così tangibilmente»19. Qui come altrove, l’adesione dei giovani al mondo dei consumi va vista nella sua «ambiguità»: nel suo coniugarsi al rifiuto di precedenti orizzonti materiali e mentali, prima ancora che a differenti e interagenti modelli in formazione.



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